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Lascia che sia

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Lascia al mondo
la banale corsa,
l’affanno insoddisfatto,
la quotidiana frenesia.

Dalla tormentata residenza sul lago
D’inquieta Malombra
prigioniera
dei fantasmi di lucida follia,
fendi l’ombra
nell’incipit del giorno vago,

con me fuggi via.

Lascia alla selva della memoria
Ai ricordi
La struggente nostalgia.

Lascia che il futuro,
bimbo orfano
pianga solo
sul tumulo paterno di ieri,
in desolate lacrime di bruciante rimpianto.

Lascia a noi
oggi
insieme
il varco audace
di radiosi e limpidi
primaverili sentieri.

Lascia ai denigratori
ed agli stolti
il loro castello di carte
e di pregiudizi.

Lascia a noi
Lo scacco matto
contro il destino beffardo
e la morte.

A noi
il salto audace
oltre solitudine e precipizi,
nell’emozione di stelle alpine celate
nella fragranza del sentimento
teneramente colte.

S’innalza dolce
nella notte silente
l’indimenticabile sinfonia
nell’armonioso Canone di Pachelbel avvincente,
sboccia la tua carezza sublime.

Nella selva dell’idillio,
al riparo dell’ombrosa radura
avvinti in un bacio salvifico d’oblio
insieme Tu ed io.

Oltre l’inganno del tempo,
i giochi d’acqua e luce d’instanti evanescenti
un amore senza fine
che ruba l’eternità alle stelle rifulgenti.

Insieme Tu ed io
dove non esiste il perché,
la ragione,
il dirupare dell’oggi,
il domani,
né ieri,
né notte tenebrosa ed oscura.

Soltanto le chiare acque serene del lago
al di là delle rovine del Tempo
d’un sentimento che non teme paura…

Lascia che sia.

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